Quali sono gli anfibi alloctoni?

Oggi molte specie di anfibi sono seriamente in pericolo: molte specie di anfibi sono stenoecie, ossia capaci di vivere soltanto entro limiti relativamente ristretti di variazione delle componenti ambientali, quindi minacciate anche da piccole variazioni di habitat, ma recenti studi hanno evidenziato che la causa primaria è l’introduzione di specie alloctone.

Le specie alloctone invasive, infatti, creano fenomeni di predazione e competizione e/o trasmettono agenti patogeni alle specie native.

Tra gli anfibi alloctoni oggetto di commercio, e purtroppo non di rado abbandonati, vi sono: la Salamandra tigre (Ambystoma tigrinum), la Rana pomodoro (Dyscophus antongilii) e l’Ululone dal ventre rosso orientale (Bombina orientalis).

Domande frequenti

Sì, ad esempio la rana toro (Lithobates catesbeianus), importata dal Nord America inizialmente per scopi alimentari e segnalata in Italia dal 1932, una delle rane più grandi al mondo, è un forte competitore delle specie autoctone, o lo Xenopus liscio (Xenopus laevis) sempre originario del Nord America e oggi diffuso soprattutto in Sicilia dove ha impatti negativi sulla riproduzione delle specie autoctone.

Il commercio di anfibi (e rettili) è cresciuto rapidamente con il crescere della globalizzazione; essi vengono commercializzati per motivi alimentari, come animali da laboratorio (lo Xenopus liscio venne utilizzato per testare il primo test di gravidanza) o come animali da compagnia, e spesso vengono poi abbandonati in ambienti seminaturali o naturali e questo ha provocato la loro diffusione.

Il letargo è un meccanismo fondamentale nella sopravvivenza di molti animali: durante il letargo, infatti, le funzioni fisiologiche sono ridotte al minimo, la pressione del sangue e il battito cardiaco diminuiscono, così come la temperatura corporea e il metabolismo, e questo permette ad organismi quali gli anfibi (che sono eterotermi) di superare il periodo freddo dell’inverno, in cui avrebbero anche minori disponibilità alimentari.

“La pietà è sempre lo stesso sentimento, non c’è differenza tra quella che si prova per un essere umano rispetto a quella per una mosca”

(Lev Tolstoj)

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