Festeggiamo i giganti della Terra

 

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha scelto l’11 dicembre di ogni anno  per festeggiare i giganti della nostra Terra.
Da sempre il rapporto fra uomo e montagna è stato caratterizzato da rispetto ma anche da sentimenti di sfida di fronte a pareti di roccia immense e una natura che ricorda all’uomo la sua fragilità e la sua imperfezione. Eppure la nostra civiltà mette sempre più in pericolo queste regioni per via dei cambiamenti che stanno alterando l’intero ecosistema. «Dobbiamo tener sempre presente che la montagna è un luogo pericoloso ma fragile e delicato – ricorda Vanda Bonardo responsabile nazionale Alpi di Legambiente – quindi bisogna viverla innanzitutto nel rispetto e cercando attività legate al turismo dolce, questo fa bene a noi, alla montagna e agli abitanti della montagna perché costruisce molti posti di lavoro».

La Giornata Internazionale della Montagna nasce nel 1992 con l’adozione del capitolo 13 dell’Agenda 21 “Managing Fragile Ecosystems: Sustainable Mountain Development” in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo.

Oggi circa 60 paesi e oltre 200 organizzazioni della società civile hanno rinnovato il loro impegno per rafforzare la capacità di adattamento dei territori montani all’impatto del crescente cambiamento climatico e alla migrazione per assicurare uno sviluppo montano sostenibile che sia integrato nell’Agenda 2030 del’Onu e nell’accordo di Parigi. I membri della Mountain Partnership (un’alleanza fondata nel 2002 da Italia, Svizzera, FAO e UNEP, ndr) si sono impegnati perché entro il 2030 i governi riesaminino e aggiornino le loro politiche di sviluppo nazionale e di cooperazione internazionale per integrare strategie appropriate per lo sviluppo e la conservazione degli ecosistemi montani.

Il tema dell’edizione di quest’anno è legato al Global Meeting della Mountain Partnership che si terrà a Roma dall’11 al 13 dicembre nella sede della Fao. L’obiettivo dell’incontro è quello di promuovere e sostenere iniziative concrete e durature in favore delle popolazioni montane e dei loro territori.

Probabilmente noi nel nostro piccolo non possiamo evitare che le montagne siano tra le principali vittime del cambiamento climatico, ma possiamo intervenire attuando semplici pratiche come il raccogliere i rifiuti che troviamo a terra nei boschi, che inquinano e mettono in pericolo la fauna.

«Ricordiamo – continua Vanda Bonardo – che c’è ancora chi sale con lo zaino pieno e torna a valle con lo zaino a metà carico perché ha lasciato nel bosco bottiglie, lattine e carte di ogni tipo, e poi assolutamente non dobbiamo abbandonare cibi, perché i grandi carnivori come il lupo e l’orso vengono fortemente danneggiati da questa pratica che aumenta la pericolosità della convivenza perché gli animali si avvicinano ai luoghi frequentati».
Le montagne non sono solo affascinanti luoghi da cartolina, sono territori fondamentali per le riserve idriche del pianeta, sono essenziali per ogni forma di vita e per il benessere delle persone di ogni parte della terra.

 

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