Caccia anche nelle aree protette?

La Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati ha, pochi giorni fa, approvato un testo che apre alla possibilità di sparare a tutte le specie selvatiche, in qualsiasi periodo dell’anno e anche nelle aree protette.


ENPA, LAC, LAV, Legambiente, LIPU e WWF Italia, hanno immediatamente lanciato l’allarme e presentato un documento congiunto con le loro osservazioni e obiezioni riguardo a un un testo che ha l’unico intento di consentire ai cacciatori di esercitare il loro passatempo senza più alcun limite.

“Pensare di strumentalizzare i danni da fauna per far approvare una vera e propria truffa venatoria che impedirebbe ogni forma di controllo del bracconaggio è totalmente contrario ai principi costituzionali di tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali. – dichiara Antonino Morabito, Responsabile nazionale Cites, Fauna e benessere animale – Chiediamo con forza a tutti i parlamentari e al Governo di accantonare questo testo vergognoso e di approvare rapidamente l’inserimento dei delitti contro la fauna nel codice penale”

Il testo base di modifica della legge 157/92 prevede non solo il riconoscimento dei cacciatori come “strumento di controllo”, ma la creazione di Istituti regionali per la fauna in sostituzione di Ispra.

La norma è stata approvata in una prima votazione ma se il testo venisse approvato definitivamente, spiegano le associazioni “si cancellerebbe il principio secondo cui prima di ricorrere al fucile devono essere attuati i cosiddetti metodi ecologici  e le attività di controllo della fauna selvatica sarebbero affidate ai cacciatori, in palese conflitto di interesse (come si è visto in tema di cinghiali) e rivolte a tutte le specie selvatiche (si pensi che per parte del mondo venatorio lupi, cormorani e addirittura aironi e fenicotteri sono considerate specie ‘nocive’ da ‘gestire’ con le fucilate). I pareri scientifici sarebbero inoltre rilasciati da istituti regionali che fanno capo alla politica locale, la stessa che oggi emana calendari venatori che vengono puntualmente dichiarati illegittimi dai TAR. Il più importante Istituto nazionale, l’ISPRA, che svolge una fondamentale funzione di garanzia, sarebbe del tutto escluso e sarebbe violata la competenza esclusiva dello Stato in tema di tutela della fauna selvatica prevista dalla Costituzione”.

Lo scopo di questa modifica avvenuta nel totale silenzio?

“Ovvio – commenta il direttore generale della Lipu Danilo Selvaggi – l’obiettivo è quello di sistemarsi, ciascuna regione, il calendario venatorio che preferisce. Sostanzialmente tutti i partiti hanno votato il testo, incluso il Pd e i 5Stelle. La cosa è accaduta a pochi giorni dalla modifica costituzionale che ha portato la biodiversità tra i principi fondamentali della Repubblica.  Da un lato si inserisce la biodiversità in Costituzione, dall’altro si creano istituti regionali per depotenziare l’Ispra, la scienza, lo Stato, le tutele”.

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