Mondiali di calcio 2018: il massacro dei randagi

Mancano ancora 5 mesi al 14 giugno, giorno del fischio di inizio dei mondiali di calcio, Russia 2018, eppure il paese sovietico è già sotto accusa perché molte regioni che ospiteranno le partite stanno facendo a modo loro “opera di pulizia dei randagi”, secondo la Duma di Stato per l’ecologia e la protezione ambientale, molte sono le segnalazioni di crudeltà, sparatorie e avvelenamenti dei cani.
Questa non è la prima volta che la Russia finisce sotto accusa per l’uccisione dei randagi: prima delle Olimpiadi invernali 2014 a Sochi, venne pianificata l’uccisione di due mila animali. A seguito delle proteste, le autorità locali dissero che i cani sarebbero stati portati nei canili, ma in realtà anche due anni dopo la manifestazione si continuavano a registrare uccisioni di massa.
Il vicepresidente del governo della Federazione Russa, ha perciò ordinato di organizzare rifugi temporanei per gli animali catturati nelle città della Coppa del Mondo, «È una questione di reputazione del nostro paese, perché non siamo selvaggi – afferma Vladimir Burmatov, capo del comitato per la protezione ambientale della Camera russa – non possiamo commettere un omicidio di massa di animali per le strade, gettando i loro cadaveri insanguinati in veicoli e li guida in città»

Dopo varie denunce e una petizione lanciata su Change.org, per invitare il presidente Putin,il tecnico della Russia Stanislav Cherchesov e il presidente della Fifa Gianni Infantino a fermare la diffusa uccisione di cani a Volgograd, dove l’Inghilterra giocherà la sua prima partita di Coppa del Mondo contro la Tunisia il 18 giugno, Putin ha firmato un nuovo decreto che inasprisce le pene per chi maltratta gli animali, e promesso che darà il via alla costruzione dei canili, ora bisogna solo aspettare e vedere se la promessa si trasformerà in una azione concreta.

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