Cavalli, pony, asini, muli e bardotti sequestrati dalla magistratura in una struttura vicino Roma.

Finalmente la luce. Dopo anni di buio, rappresentato da animali morti per fame, ferite e mancate cure, denunce su denunce inevase, servizi televisivi che documentavano la presenza di carcasse di cavalli spinte nel fiume Aniene per far sparire le tracce di sofferenza e maltrattamenti, arriva una buona notizia: tutti gli animali presenti nel sito di Lunghezza, frazione alle porte di Roma, il 16 febbraio 2018 sono stati posti sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Roma e assegnati in custodia giudiziaria a Legambiente e Progetto Islander per metterli in salvo.

LA VICENDA INIZIA OLTRE 20 ANNI FA, MA NEGLI ULTIMI 5 ANNI SI È ASSISTITO A UN CRESCENDO DI DENUNCE E DI ANIMALI MORTI.

La vicenda inizia oltre 20 anni fa, ma negli ultimi 5 anni si è assistito a un crescendo di denunce e di animali morti. Nell’area dove sono tenuti i cavalli c’è una sola struttura coperta, pericolante, con filo spinato, lamiere, ferri e tavole rotte tutto intorno. In più punti dell’area, abbandonati e senza alcuna protezione, si ammassano rifiuti tossico nocivi e speciali, come in una discarica abusiva. Soltanto negli ultimi due anni, tra marzo 2016 e marzo 2018, Legambiente insieme a Progetto Islander, Il Rifugio degli Asinelli e Italian Horse Protection (le principali associazioni italiane impegnate a salvare da crudeltà e abbandono gli equidi), hanno denunciato a Lunghezza, in momenti diversi, la morte di 7 cavalli e un asino. Una strage annunciata e sempre denunciata, ma che rimaneva invisibile agli occhi di chi avrebbe potuto e dovuto fermarla.

 

Due episodi recenti hanno lasciato un segno profondo nei volontari delle associazioni, sempre accorsi sul posto, cambiando il destino dei cavalli superstiti. Il 13 maggio 2017, verso le 10.00, arrivava l’ennesima segnalazione di un cavallo in fin di vita, sdraiato a terra già da 1-2 giorni. Dopo numerosi e vani tentativi dei volontari di far intervenire le forze di polizia, veniva contattato direttamente il Comando generale dell’Arma dei carabinieri. E finalmente nel pomeriggio interveniva una pattuglia per verificare la situazione, insieme ai veterinari dell’Asl RM2.

Era un cavallo di circa un anno di età, grigio, senza microchip, in evidente stato di prostrazione e sofferenza, con una frattura esposta della tibia dell’arto posteriore sinistro e la ferita già con larve e mosche. Il cavallo, inoltre, era in evidente stato di disidratazione, con occhi infossati e varie altre ferite. La frattura esposta, purtroppo, non poteva più essere curata e i veterinari hanno dovuto procedere alla sua soppressione.

ADESSO C’È DAVVERO BISOGNO DELL’AIUTO DI TUTTI

Il secondo episodio è avvenuto l’8 febbraio 2018 quando, sempre al mattino, alcuni cittadini hanno segnalato alle associazioni la presenza di un puledro a terra. Dopo diverse ore trascorse attendendo una risposta dalle istituzioni, i volontari di Legambiente, con l’ausilio dei Carabinieri Forestali e la presenza dei veterinari dell’Asl RM2, trovavano sul posto, oltre al puledro molto debilitato e immobile sulle gambe, anche un altro pony grigio, maschio, di circa 14 anni di età, sdraiato all’interno del rudere, pieno di ferite in tutto il corpo, molte delle quali vecchie di giorni, fortemente denutrito e disidratato. Prestate le prime cure, vista la gravità della situazione, i Carabinieri Forestali effettuavano il sequestro dei due animali per affidarli alle associazioni. Puledro e pony venivano portati presso le strutture dell’Asl Rm2 per somministragli ulteriori cure. Il pony, però, rimaneva in grave pericolo di vita e si decideva, così, di trasferire immediatamente entrambi gli animali presso l’Ospedale veterinario dell’Università di Perugia. Nell’arco della notte successiva, però, il pony grigio moriva, mentre il puledro iniziava una lenta ripresa. Oggi fortunatamente è salvo e fuori pericolo.

 

A distanza di poco più di un mese, questa incredibile vicenda ha conosciuto una vera e propria svolta. Legambiente e Progetto Islander, come accennato, hanno avuto in custodia giudiziaria i circa 60 cavalli, pony, muli e bardotti sopravvissuti a Lunghezza, a cui stanno dando fieno e cure fondamentali.

Il loro recupero sta avvenendo grazie alla costante collaborazione offerta dalle associazioni “Il Rifugio degli asinelli” e “IHP – Italian Horse Protection“, grazie al sostegno concreto di Marcello Visca, Marco Lombardi  e tutto il personale dell’Azienda agricola biologica “Castel di Guido”, che hanno offerto ospitalità e supporto presso la località “I Cioccati“, della Direzione dell’azienda MSD Animal Health, che ha prontamente fornito alcuni dei medicinali necessari alle cure, dei butteri Giovanni Tenchini (Azienda agricola biologica “Castel di Guido”) e Alberto Quaranta (Tenuta Presidenziale di Castelporziano), che hanno aiutato a gestire la mandria degli animali bradi, dei veterinari pubblici Antonella Pallone e Pier Luca Longo delle Aziende sanitarie RM2 e RM1 e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, che hanno seguito e accompagnato le diverse fasi a Lunghezza prima e a Castel di Guido adesso, dei veterinari privati Claudia D’Addario, che segue sin dall’inizio tutti gli animali, e di Angela Mascioni, Marco Primerano e Iliaria Filippi, che hanno dato aiuto in occasioni emergenziali, e dei fantastici volontari Nazario, Natasha, Emiliano, Marina, Massimiliano, Francesca C., Davide e Francesca S., sempre pronti ad intervenire per aiutare, accudire e controllare i nostri amici equini.

 

Ma c’è davvero, urgente e costante, bisogno dell’aiuto di tantissimi: salvarli è stato solo il primo passo, dalle pony avute in custodia sono nati tredici nuovi puledrini, abbiamo continue e cospicue spese veterinarie, per trasporti, controlli e custodia, soprattutto, dobbiamo, insieme, trovare tante famiglie disposte a prendersi cura di queste vittime innocenti e dedicare energie e tempi adeguati per conoscere e abbinare correttamente gli affidi per consentire il nascere di forti legami e amicizie e far dimenticare a questi poveri animali anni e anni di abbandono, patimenti per fame, ferite e violenze subite.

 

Tutto questo costa tanto economicamente e chi non potesse prendere in affido uno o più di questi animali può donare per il cibo, le spese veterinarie, di trasporto e di custodia indispensabili per salvarli.

Entro il 2019 vogliamo mostrare le foto del maggior numero possibile di questi animali insieme alle nuove famiglie, tornati finalmente ad una vita felice.

Aiutaci a realizzarlo.

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CERCANO CASA

HANNO TROVATO CASA

Foto del primo puledrino di circa 8 mesi accolto da Marco