Il destino del lupo

 

In occasione della Conferenza Stato-Regioni il 6 dicembre il lupo tornerà ad essere protagonista.
Il Piano di regolazione prevede infatti che il ministero dell’Ambiente autorizzi le Regioni a poter abbattere legalmente fino al 5% della popolazione stimata.

A marzo scorso durante l’ultima Conferenza il lupo sembrava aver avuto la meglio nel confronto fra Regioni e ministro dell’Ambiente, perché ad eccezione di Toscana e Provincia di Bolzano, tutte le altre Regioni e Province avevano costituito un fronte comune trovandosi d’accordo per eliminare la deroga dell’abbattimento.

«È urgente approvare il primo piano nazionale per la conservazione del lupo – dichiara Nino Morabito responsabile nazionale fauna e benessere animale di Legambiente – è ancora più importante che Stato e Regioni mettano risorse certe e adeguate per realizzare tutte le ventidue azioni previste». Per il Ministro dell’ambiente Galletti, la nuova stesura del Piano per il lupo è “il frutto di un intenso lavoro di mediazione del Ministero, che ha accolto larga parte delle richieste pervenute dalle Regioni”. «Non approvare il piano – ha dichiarato Galletti – significa mantenere una situazione di stallo rispetto alle problematiche territoriali e questo non fa che peggiorare la situazione sul territorio».

Legambiente è assolutamente contraria al prendere in considerazione gli abbattimenti.
«È fortemente sbagliato – continua Morabito – nei cinque anni di durata del piano prevedere le uccisioni legali dei lupi, che non sanerebbero in alcun caso i conflitti con gli allevatori, bensì darebbero solo ulteriore e impropria giustificazione ai troppi che ancora oggi uccidono illegalmente centinaia di lupi ogni anno».
Il testo, che andrà in discussione in conferenza Stato-Regioni domani prevede, come spiegato dal Ministero, “la sospensione per due anni della decisione sulla possibilità del ricorso alle deroghe per il prelevamento dei lupi. Altra novità è il coordinamento nazionale per le azioni di monitoraggio della specie, su cui il ministero impegnerà un milione e mezzo di euro fino al 2020”. L’obiettivo è arrivare quanto prima a dotare il Paese delle ventidue azioni contenute nel piano, scritte dai massimi ed esperti in materia.

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