Premessa

Con l 'affacciarsi del terzo millennio sono esplose urgenti sfide globali e la concomitante e crescente urbanizzazione rende le città il "campo di battaglia" principale dove gli obiettivi ambientali, sanitari, sociali e culturali desiderabili si potranno vincere o perdere. Anche la sfida della complessa e plurale relazione con il mondo animale, forti delle "rivoluzionarie" e ricche conoscenze scientifiche acquisite nell 'ultimo secolo, si vince o si perde, con differenti e molteplici conseguenze di tipo economico, sociale e ambientale, a partire dalle città. Il quadro che emerge dal XII rapporto nazionale Animali in Città rimarca l 'urgenza di una visione e una strategia condivise, fondata sulla cooperazione, tra i diversi attori istituzionali e sociali responsabili di tali aspetti: Governo, Regioni, Amministrazioni comunali, Associazioni e cittadini. Occorre superare le attuali criticità, che vedono involontari protagonisti gli altri animali, accrescere la consapevolezza nei cittadini delle conseguenze sanitarie, ambientali, sociali ed economiche dei diversi comportamenti possibili e, last but not least, costruire effettive condizioni di benessere umano nella reciprocità di relazioni con tutti gli altri esseri viventi.

Gli attori istituzionali italiani e trasparenza

Le Amministrazioni comunali in Italia sono 7.904, anno 2022, per una popolazione di 58.850.717 cittadini, (dati ISTAT), distribuiti in 107 province di cui 14 Città Metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma Capitale, Torino e Venezia). Aosta, capoluogo regionale, è considerata anche capoluogo provinciale in quanto la regione svolge tali funzioni. Nelle 20 Regioni, di cui cinque a statuto speciale: Valle d 'Aosta, Trentino - Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia, e nelle 2 Province autonome di Bolzano e Trento, dai dati pubblicati dal Ministero della Salute, risultano, nell 'anno 2022, 101 (considerando le principali aree sociosanitarie di Marche e Sardegna sono 112) Aziende sanitarie. Nelle regioni Valle d 'Aosta, Marche e Molise è presente una sola azienda sanitaria regionale, articolate per aree territoriali. In Sardegna è stato approvato il ritorno ad otto aziende sanitarie. L'attività amministrativa deve ispirarsi al principio di trasparenza, inteso come accessibilità ai dati e ai documenti dell'amministrazione o ai riferimenti da quest'ultima utilizzati nell'assumere una determinata scelta. La trasparenza diviene così, sempre più, parametro di efficienza, principio atto a limitare fenomeni corruttivi e strumento per rinsaldare il rapporto fiduciale e collaborativo con i cittadini. In estrema sintesi, modalità concreta di buona e condivisa amministrazione della cosa pubblica. Nelle tabelle a seguire sono riportate le percentuali di risposte ricevute dalle Amministrazioni comunali e dalle Aziende sanitarie italiane in relazione ai dati richiesti per la redazione del XII rapporto nazionale Animali in Città.

Anagrafe degli animali d'affezione

Il principale strumento normativo e amministrativo di conoscenza su presenza e cambiamenti nelle popolazioni degli animali d 'affezione o compagnia presenti in Italia è l 'Anagrafe degli animali d 'affezione, la cui responsabilità di gestione è quasi ovunque in capo alle Regioni, tramite i Servizi veterinari delle Aziende sanitarie, e solo in due aree del Paese è direttamente in capo alle Amministrazioni comunali (Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia). La separatezza territoriale, conseguente alla regionalizzazione delle competenze sanitarie, nella creazione e gestione delle banche dati ha prodotto e resi manifesti assurdi "svantaggi" e nessun beneficio. Inoltre, a tutt 'oggi, l 'anagrafe degli animali d 'affezione era, di fatto, normativamente obbligatoria soltanto per i cani e, per poche casistiche, per gatti e furetti. Tutto il variegato mondo animale, orami ricchissimo in termini quantitativi e qualitativi, che abita le case degli italiani rimaneva, colpevolmente e criticamente, avvolto nelle nebbie. L 'anagrafe unica nazionale obbligatoria per gli animali da compagnia, aperta a tutte le specie animali che possono, lecitamente, essere presenti nelle case degli italiani come animali d 'affezione o compagnia, è fondamentale per prevedere, organizzare e correttamente fornire tanto i necessari servizi ai cittadini, quanto pianificare, programmare e realizzare gli utili controlli, anche in ambito sanitario, per prevenire criticità, migliorare e rendere sicura la convivenza con gli amati "pet". Al momento di chiudere questo rapporto, non è stato emanato il decreto del Ministro della salute che avrebbe dovuto adottare, entro marzo 2023, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, per stabilire le modalità tecniche e operative per l'implementazione del SINAC (Sistema Informativo Nazionale degli Animali da Compagnia) all 'interno del sistema I&R (Identificazione & Registrazione) degli animali. Il SINAC sarà la specifica sezione della Banca Dati Nazionale degli animali prevista dal Decreto legislativo n. 134 del 5 agosto 2022, "Disposizioni in materia di sistema di identificazione e registrazione degli operatori, degli stabilimenti e degli animali per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2016/429, ai sensi dell'articolo 14, comma 2, lettere a), b), g), h), i) e p), della legge 22 aprile 2021, n. 53" pubblicato in GU Serie Generale n. 213 il 12-09-2022.

Performance: macro aree di indagine, indicatori e pesi assegnati

Per indagare la complessa sfida aperta dal cambiamento culturale e di abitudini di vita di larga parte della società italiana, avvenuta soprattutto negli ultimi tre decenni, Legambiente, anche grazie al proficuo confronto con i rappresentanti di Istituzioni ed Enti patrocinanti il presente rapporto, ha costruito e inviato uno specifico questionario composto da 28 domande alle Amministrazioni comunali ed un altro specifico questionario composto da 23 domande alle Aziende sanitarie italiane. Le articolate informazioni direttamente ricevute dagli Enti pubblici sono così state raggruppate in macroaree di indagine, quattro per le Amministrazioni comunali e tre per le Aziende sanitarie. Per ognuna di queste macroaree sono stati individuati alcuni indicatori che potessero restituire la complessità sottesa a ciascuna delle macroaree.

Per le Amministrazioni comunali le macro aree sono quattro, 36 gli indicatori:

1) Quadro delle regole : rappresentato dai regolamenti comunali e dalle ordinanze sindacali che implementano e/o rafforzano la normativa vigente e/o articolano nuove e vecchie esigenze dei cittadini in ambito comunale; 9 sono gli indicatori considerati.

2) Risorse/Risultati : risorse economiche impegnate e risultati rispetto ad alcuni degli aspetti con maggior ricaduta su cittadini e pubblica amministrazione; 9 sono gli indicatori considerati.

3) Organizzazione/Servizi : strutture e servizi offerti ai cittadini; 12 sono gli indicatori considerati.

4) Controlli : organizzazione ed efficacia delle attività di controllo; 6 sono gli indicatori utilizzati.

Per le Aziende sanitarie locali le macro aree sono tre, 25 gli indicatori:

1) Risorse/Risultati : risorse economiche impegnate e risultati rispetto ad alcuni degli aspetti con maggior ricaduta su cittadini e pubblica amministrazione; 9 sono gli indicatori considerati.

2) Organizzazione/Servizi : strutture e servizi offerti ai cittadini; 9 sono gli indicatori considerati.

3) Controlli : organizzazione ed efficacia delle attività di controllo; 7 sono gli indicatori considerati.

COMUNI - Quadro delle regole, 9 indicatori considerati:

  • La presenza, tramite regolamento e/o ordinanza sindacale, e i contenuti di una disciplina relativa alla corretta detenzione degli animali in città e la previsione di specifiche sanzioni per gli illeciti (ad es.: mancata anagrafe e/o rimozione escrementi, ecc.);
  • La presenza, tramite regolamento e/o ordinanza sindacale, e i contenuti di una disciplina che preveda agevolazioni fiscali e/o sostegni economici a chi adotta cani e/o gatti presenti nelle strutture comunali;
  • La presenza, tramite regolamento e/o ordinanza sindacale, e i contenuti di una disciplina finalizzata alla prevenzione e al contrasto del randagismo canino e felino tramite agevolazioni fiscali e/o sostegni economici (ad esempio, tramite convenzioni con Ordine dei medici veterinari) a favore di chi sterilizza il proprio cane e/o gatto e, viceversa, oneri fiscali per chi lo detiene non sterilizzato (capacità riproduttiva e conseguenti cucciolate);
  • La presenza, tramite regolamento e/o ordinanza sindacale, e i contenuti di una disciplina relativa all 'accesso degli animali d 'affezione negli uffici e/o nei locali aperti al pubblico;
  • La presenza, tramite regolamento e/o ordinanza sindacale, e i contenuti di una disciplina che faciliti e consenta il rispetto del vigente obbligo di legge di incenerimento e/o tumulazione e/o inumazione e/o cremazione degli animali d 'affezione;
  • La presenza, tramite regolamento e/o ordinanza sindacale, e i contenuti di una disciplina che preveda tratti di spiaggia libera in cui sia concesso recarsi con gli animali d 'affezione e/o preveda la facoltà per i gestori di stabilimenti balneari di consentire l 'accesso di animali d 'affezione;
  • La presenza, tramite regolamento e/o ordinanza sindacale, e i contenuti di una disciplina che rafforzi il contrasto alla detenzione e utilizzo di esche e bocconi avvelenati nel territorio comunale;
  • La presenza, tramite regolamento e/o ordinanza sindacale, e i contenuti di una disciplina relativa ad arrivo e sosta di spettacoli (circhi e mostre itineranti) che utilizzano animali, con particolare riguardo agli aspetti relativi a benessere e sanità animale, sicurezza e incolumità pubblica.
  • La presenza, tramite regolamento e/o ordinanza sindacale, e i contenuti di una disciplina relativa all 'utilizzo di botti e fuochi pirotecnici, con particolare riguardo agli aspetti relativi a benessere, sicurezza e incolumità pubblica.

COMUNI - Risorse/risultati, 9 indicatori considerati:

  • Il rapporto fra la spesa dichiarata e il numero dei cittadini residenti;
  • Il rispetto o il ritardo nei termini di pagamento per forniture e servizi;
  • Il rapporto fra il numero dei cittadini residenti e il numero di cani inscritti in anagrafe canina;
  • Il rapporto fra il numero di cani presenti al 31/12 nei canili e il numero dei cittadini residenti;
  • La percentuale di gatti sterilizzati tra quelli presenti nelle colonie feline;
  • Il rapporto tra i cani entrati nei canili e la sommatoria del numero dei cani dati in adozione, restituiti al proprietario e reimmessi nel territorio quali cani liberi controllati;
  • Il rapporto tra i gatti entrati nei gattili e la sommatoria del numero dei gatti dati in adozione, restituiti al proprietario e reimmessi in colonia felina;
  • Il rapporto tra l 'estensione della superficie, in chilometri quadrati, del Comune e il numero delle aree verdi disponibili dedicate ai cani;
  • Il rapporto tra il numero di cittadini residenti e il numero delle aree verdi disponibili dedicate ai cani.

COMUNI - Organizzazione/servizi, 12 indicatori considerati:

  • L 'indicazione del personale di riferimento dell 'Ufficio e la completezza dei contatti;
  • La presenza, adeguatezza e strutturazione degli Uffici pubblici appositamente dedicati;
  • L 'approccio proattivo dell 'Ente in relazione alla promozione della sensibilizzazione, all 'anagrafe canina e felina e alla formazione dei proprietari di cani mordaci;
  • La presenza, organizzazione e attività dei canili e/o gattili;
  • La presenza e il funzionamento dei canili rifugio;
  • La presenza e il funzionamento dei gattili;
  • La presenza e l 'adeguatezza della gestione di cani liberi controllati;
  • La presenza del piano di monitoraggio delle colonie feline e la sua attuazione;
  • Le opportunità e la varietà di offerta in relazione al trasporto pubblico autorizzato anche in compagnia di animali d 'affezione;
  • La presenza di una procedura d 'intervento su richiesta dei cittadini che si imbattono in animali liberi non padronali in difficoltà;
  • Le conoscenze e la regolarità nell 'aggiornamento delle informazioni relative alla composizione e distribuzione della biodiversità animale urbana;
  • La messa in atto di azioni per prevenire e ridurre i conflitti tra animali liberi e attività antropiche.

COMUNI - Controlli, 6 indicatori considerati:

  • L 'applicazione di norme, regolamenti e ordinanze sindacali e le risultanze delle attività svolte;
  • La presenza in dotazione e il numero della strumentazione minima (lettori microchip) assegnati al personale dipendente;
  • La conoscenza aggiornata e l 'adeguatezza delle informazioni relative all 'anagrafe canina;
  • La conoscenza aggiornata e l 'adeguatezza delle informazioni relative all 'anagrafe felina;
  • La conoscenza aggiornata e l 'adeguatezza delle informazioni su presenza, nel territorio di competenza, di strutture dedicate agli animali da compagnia;
  • La partecipazione al Tavolo per il contrasto delle esche avvelenate presso la Prefettura.

AZIENDE SANITARIE - Risorse/risultati, 9 indicatori considerati:

  • Il rapporto fra la spesa dichiarata e il numero dei cittadini residenti;
  • Il rapporto fra il numero dei cittadini residenti e il numero di cani inscritti in anagrafe canina;
  • Il rapporto fra il numero di cani presenti al 31/12 nei canili e il numero dei cittadini residenti;
  • La percentuale di gatti sterilizzati tra quelli presenti nelle colonie feline;
  • Il rapporto tra i cani entrati nei canili sanitari e la sommatoria del numero dei cani dati in adozione, restituiti al proprietario e reimmessi nel territorio quali cani liberi controllati;
  • Il rapporto tra i gatti entrati nei gattili sanitari e la sommatoria del numero dei gatti dati in adozione, restituiti al proprietario e reimmessi in colonia felina;
  • La partecipazione alle attività delle Amministrazioni comunali al fine di prevenire e ridurre i conflitti tra animali liberi e attività antropiche;
  • La partecipazione al Tavolo per il contrasto delle esche avvelenate presso la Prefettura;
  • Il rispetto o il ritardo nei termini di pagamento per forniture e servizi.

AZIENDE SANITARIE - Organizzazione/servizi, 9 indicatori considerati:

  • L 'indicazione del personale di riferimento dell 'Ufficio, la completezza dei contatti e dei dati territoriali;
  • La presenza, adeguatezza e strutturazione degli Uffici pubblici appositamente dedicati;
  • L 'approccio proattivo dell 'Ente in relazione alla promozione dell 'anagrafe canina e felina, della sterilizzazione di cani e gatti e alla formazione dei proprietari di cani mordaci;
  • La presenza, organizzazione e attività dei canili e/o gattili;
  • La presenza e il funzionamento dei canili sanitari;
  • La presenza e il funzionamento dei gattili sanitari;
  • La presenza e l 'adeguatezza della gestione di cani liberi controllati;
  • La presenza del piano di monitoraggio delle colonie feline e la sua attuazione;
  • La presenza di una procedura d 'intervento su richiesta dei cittadini che si imbattono in animali liberi non padronali in difficoltà.

AZIENDE SANITARIE - Controlli, 7 indicatori considerati:

  • La conoscenza aggiornata e l 'adeguatezza delle informazioni su presenza, nel territorio di competenza, di strutture dedicate agli animali da compagnia;
  • L 'applicazione di norme, regolamenti e ordinanze e le risultanze delle attività svolte;
  • La presenza in dotazione e il numero della strumentazione minima (lettori microchip) assegnati al personale dipendente;
  • La conoscenza dei dati sanitari dei Centri di Recupero per Animali operanti nel territorio di competenza;
  • Il monitoraggio dello stato sanitario degli animali selvatici sinantropi nel territorio di competenza;
  • La conoscenza aggiornata e l 'adeguatezza delle informazioni relative all 'anagrafe canina;
  • La conoscenza aggiornata e l 'adeguatezza delle informazioni relative all 'anagrafe felina.

Nella valutazione di alcuni degli indicatori per le Amministrazioni comunali si è tenuto conto di due fattori compensativi per i piccoli e i piccolissimi Comuni: il numero di abitanti e il grado di urbanizzazione, sulla base dei dati dell 'ISTAT/Eurostat. è stato assegnato un fattore compensativo per i Piccolissimi Comuni (PIS), fino a 1.000 abitanti, e un differente fattore compensativo per i Piccoli Comuni (PIC), da 1001 a 5.000 abitanti. Anche per il grado di urbanizzazione 3, equivalente a "scarsamente popolato o rurale", è stato assegnato un ulteriore fattore compensativo. Il punteggio compensativo massimo assegnabile è di 21,25 ai PIS e di 14,5 ai PIC.

Le quattro macroaree relative alle Amministrazioni comunali contribuiscono così: la prima macroarea per 27 punti (Quadro delle Regole) e, nel caso di Comuni con tratti costieri, lacuali o marini, può assegnare ulteriori tre punti in relazione alla presenza di regolamenti e/o ordinanze sindacali per la fruizione della costa. La seconda macroarea 30 punti, mentre terza con 27 punti e la quarta contribuisce con 25 punti. Il totale così composto risulta di massimo 109 punti, con la possibilità di giungere a 112 punti totali nel caso dei soli Comuni costieri.

Le tre macroaree relative alle Aziende sanitarie contribuiscono così: la prima macroarea per un massimo di 36 punti, la seconda macroarea per 32 punti, mentre la terza macroarea, quella relativa ai Controlli, contribuisce per un massimo di 40 punti. Il totale così composto risulta di massimo 108 punti.

Al punteggio totale così ottenuto da ciascun Comune è stata abbinata la valutazione della performance complessiva realizzata e, a seconda del punteggio raggiunto, queste le risultanti performance assegnate ai singoli Enti:

  • assenza di risposta → assenza di trasparenza (per mancanza totale di informazione)

  • punteggio da 0 a 10,59 → performance pessima

  • punteggio da 10,6 a 20,59 → performance scarsa

  • punteggio da 20,6 a 30,59 → performance insufficiente

  • punteggio da 30,6 a 40,59 → performance sufficiente

  • punteggio da 40,6 a 50,59 → performance buona

  • punteggio da 50,6 a 70,59 → performance ottima

  • punteggio da 70,6 a 109/112 → performance eccellente

Analogamente, al punteggio totale ottenuto da ciascuna Azienda sanitaria è stata abbinata la valutazione della performance complessiva realizzata e, a seconda del punteggio raggiunto, queste le risultanti performance assegnate ai singoli Enti:

  • assenza di risposta → assenza di trasparenza (per mancanza totale di informazione)

  • punteggio da 0 a 10,39 → performance pessima

  • punteggio da 10,4 a 20,30 → performance scarsa

  • punteggio da 20,31 a 30,20 → performance insufficiente

  • punteggio da 30,21 a 40,10 → performance sufficiente

  • punteggio da 40,11 a 50,02 → performance buona

  • punteggio da 50,03 a 69,84 → performance ottima

  • punteggio da 69,85 a 108 → performance eccellente

Con la medesima proporzione è stata valutata la performance di ciascuna macroarea sia per le Amministrazioni comunali che per le Aziende sanitarie.

Premio nazionale "Animali in Città" 2023

I dati all 'origine dell 'analisi, e da cui dipende la valutazione delle performance degli Enti indagati, sono forniti a Legambiente direttamente dalle pubbliche amministrazioni e sono influenzati da attenzione, completezza e cooperazione tra personale dei differenti uffici dell 'Ente che consente la migliore compilazione e, conseguentemente, successiva valutazione.

Legambiente ha deciso di riconoscere, annualmente, il premio nazionale "Animali in Città" alle esperienze dei Comuni e delle Aziende sanitarie che hanno realizzato, coerentemente con l 'analisi dei 36 indicatori per i Comuni e dei 25 indicatori per le Aziende sanitarie, le performance migliori. La sfida per affrontare la complessa relazione con gli animali in città, sia padronali che vaganti, domestici e selvatici, è frutto di molti fattori e attori. Per questo, Legambiente, d 'intesa con le Istituzioni patrocinanti, ha scelto di puntare sull 'analisi della complessità, piuttosto che su aspetti puntuali, per riconoscere e premiare i passi avanti delle pubbliche amministrazioni nei servizi garantiti e offerti ai cittadini e agli animali.

Unitamente alle amministrazioni pubbliche viene riconosciuto il premio nazionale anche ad alcune esperienze di particolare valore di altre Istituzioni e della Società civile che fungono da stimolo ed esempio concreto utile a rafforzare cooperazione e sinergie pubblico-privato al fine di alzare il livello dei servizi ai cittadini e ai loro compagni a quattro zampe.

Dall'analisi dei dati ricevuti dai Comuni, i premiati del XII rapporto nazionale sono:

  • Modena, Verona e Ferrara, in quanto primo, secondo e terzo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutti i 552 comuni che hanno fornito dati;
  • Modena, quale primo miglior risultato nella valutazione dei 9 indicatori relativi al quadro delle regole, tra tutti i 552 comuni che hanno fornito dati;
  • Pinzolo (TN), quale primo miglior risultato nella valutazione dei 9 indicatori relativi alla gestione di risorse/risultati, tra tutti i 552 comuni che hanno fornito dati;
  • San Giovanni in Persiceto (BO), quale primo miglior risultato nella valutazione dei 12 indicatori relativi all 'organizzazione/servizi offerti al cittadino, tra tutti i 552 comuni che hanno fornito dati;
  • Castel di Casio (BO), quale primo miglior risultato nella valutazione dei 6 indicatori relativi al quadro dei controlli, tra tutti i 552 comuni che hanno fornito dati;
  • Blufi (PA), quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutti i piccolissimi Comuni, con popolazione sotto i mille abitanti, che hanno fornito i dati;
  • Zocca (MO), quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutti i piccoli Comuni, con popolazione tra i mille e i 5mila abitanti, che hanno fornito i dati;
  • Novi di Modena (MO), quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutti i medio-piccoli Comuni, con popolazione tra 5 e 15mila abitanti, che hanno fornito i dati;
  • San Giovanni in Persiceto (BO), quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutti i medi Comuni, tra 15 e 100mila abitanti, che hanno fornito i dati;
  • Modena, quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutti medio-grandi Comuni, tra 100 e 200mila abitanti, che hanno fornito i dati;
  • Verona, quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutti i grandi Comuni, tra 200 e 500mila abitanti, che hanno fornito i dati;
  • Milano, quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutte le metropoli, oltre 500mila abitanti, che hanno fornito i dati.

Dall'analisi dei dati ricevuti dalle Aziende sanitarie, i premiati del XII rapporto nazionale sono:

  • AUSL Toscana Centro, ASL Vercelli e ATS Brescia, in quanto primo, secondo e terzo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 25 indicatori considerati, tra tutte le 42 Aziende sanitarie che hanno fornito dati;
  • ATS Brescia, pari punti, quale primo miglior risultato nella valutazione dei 9 indicatori relativi al quadro di risorse/risultati, tra tutte le 42 aziende sanitarie che hanno fornito dati;
  • AUSL Toscana Centro, quale primo miglior risultato nella valutazione dei 9 indicatori relativi al quadro dell 'organizzazione/servizi, tra tutte le 42 aziende sanitarie che hanno fornito dati;
  • ATS della Montagna, quale primo miglior risultato nella valutazione dei 7 indicatori relativi al quadro dei controlli, tra tutte le 42 aziende sanitarie che hanno fornito dati;
  • ASL Vercelli, quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 25 indicatori considerati, tra tutte le piccole Aziende, sotto i 200mila abitanti, che hanno fornito dati;
  • ATS della Montagna, quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 25 indicatori considerati, tra tutte le medio-piccole Aziende, tra 200 e 500mila abitanti, che hanno fornito dati;
  • AUSL Toscana Sud Est, quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 25 indicatori considerati, tra tutte le medio-grandi Aziende, tra 500 e 1milione di abitanti, che hanno fornito dati;
  • AUSL Toscana Centro, quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 25 indicatori considerati, tra tutte le grandi Aziende, con oltre 1milione di abitanti, che hanno fornito dati.

Le esperienze di altre Istituzioni e della Società civile premiate con il XII rapporto nazionale sono:

  • la Fondazione Cave Canem, per il positivo ed importante operato svolto nei primi quattro anni di vita in contesti differenti e sfidanti, sapendo agire a supporto delle Istituzioni e della collettività come soggetto facilitatore e promotore di un metodo di lavoro efficiente, sempre orientato al benessere degli individui più fragili e bisognosi, umani e animali.
  • l'Arma dei Carabinieri e le sue Unità Cinofile Antibracconaggio formate dall'App. Sc. Andrea Lamarucciola e cane Africa, che opera presso la Stazione Carabinieri Forestale Frosolone (IS) e dall'App. Sc. Andrea Corsi e cane Kenia, che opera presso il Reparto Carabinieri Parco Assergi (AQ), per l'impegno e passione che entrambi i binomi hanno, negli anni di servizio, saputo e potuto mostrare spendendo energie ed intelligenza a tutela degli animali selvatici al precipuo scopo di far emergere, grazie al valore del binomio uomo-cane, indizi ed elementi essenziali per riuscire, in un positivo gioco di squadra con tutto il personale impegnato, a fermare numerosi episodi del lucroso, illegale e crudele fenomeno del bracconaggio.
  • il Gruppo formato dai volontarie/i e la veterinaria per l'impegno e passione con cui in Roma, dapprima nella località Lunghezza successivamente a Castel di Guido, si sono presi cura costantemente, per molti anni, della mandria di oltre sessanta equidi bradi oggetto di sequestro per maltrattamento. Tutto ciò, pur in assenza di strutture fisiche di supporto, riuscendo a gestire ogni situazione, anche quelle emergenziali, al meglio e sempre nel massimo rispetto di animali, persone, norme e istituzioni.
  • Il XII rapporto nazionale: dati complessivi emersi

    Al questionario inviato da Legambiente hanno risposto in modo completo 552 Amministrazioni comunali, ossia il 7% del campione contattato, corrispondente alle amministrazioni responsabili per i servizi di 12.897.949 cittadini, pari al 21,9% della popolazione italiana, di cui 57 Comuni capoluogo di provincia, circa il 53,3% dei Comuni capoluogo.

    Dalle Aziende sanitarie sono pervenute risposte in modo completo da 38 Aziende sanitarie ossia il 33,9% del campione contattato, corrispondenti alle aziende responsabili dei servizi per ben 3.552 tra Comuni e/o Circoscrizioni e a 24.829.802 cittadini, pari al 42,2% della popolazione italiana.

    L 'analisi dei dati trasmessi, relativi all 'anno 2022, è stata effettuata solo per gli Enti che hanno risposto in modo completo al questionario, e in premessa si può evidenziare che delle Amministrazioni comunali il 42,9% ha dichiarato di aver attivato l 'ufficio o un servizio appositamente dedicato al settore, mentre il 78,9% delle Aziende sanitarie ha dichiarato di avere almeno il canile sanitario e/o l 'ufficio di igiene urbana veterinaria (in 3 casi anche l 'ospedale veterinario) appositamente dedicati. In tali strutture le Amministrazioni comunali dichiarano di impegnare complessivamente 979 unità di personale, in media 1,8 unità a città, corrispondenti a circa 14.227 unità dedicate nei Comuni italiani, mentre le Aziende sanitarie complessivamente 484 unità di personale, quindi in media 12,7 unità per azienda, corrispondenti a 1.422 unità dedicate nelle Aziende sanitarie italiane.

    Come emerge dai dati delle amministrazioni pubbliche che li hanno forniti, più di una su tre (il 39,5%) tra le Amministrazioni comunali raggiunge una performance almeno sufficiente, e più di nove su dieci (l '94,7%) tra le Aziende sanitarie. Ancora troppe P.A. non trovano il tempo, nell 'arco di circa quattro mesi disponibili, e la motivazione sufficiente per fornire i dati (più di nove Comuni su dieci, il 93,1%, e due su tre aziende sanitarie, il 66,1%), oppure mostrano performance da insufficiente in giù fino a pessima.

    In particolare, tra le Amministrazioni comunali raggiungono, complessivamente, una performance sufficiente, ossia tra 30 e 40,59 punti su 109/112, 144 città sulle 552 che hanno risposto in modo completo, pari al 20,1% del campione, a cui si aggiungono con una performance buona, ossia tra 40,6 e 50,59 punti su 109/112, 58 città, il 10,5% del campione, e 16 città superano i 50 punti su 109/112, il 2,9% che raggiunge quindi una performance ottima.

    Tra le Aziende sanitarie raggiungono, complessivamente, una performance sufficiente, ossia tra 30,21 e 40,10 punti su 108, 12 aziende sanitarie su 38 che hanno risposto, pari al 31,6% del campione, a cui si aggiungono con una performance buona, ossia tra 40,11 e 50,02 punti su 108, 16 aziende sanitarie, pari al 42,1% del campione, e 8 aziende sanitarie, superano i 50,03 punti su 108, il 21% del campione, che raggiunge quindi una performance ottima.

    Il XII rapporto nazionale: Amministrazioni comunali, dati per macroaree

    La lettura dei risultati raggiunti nel 2022 nelle singole macroaree fa emergere ulteriori elementi utili in riferimento ai Comuni che, in ciascuna macroarea, ha raggiunto una performance sufficiente.

    Amministrazioni comunali:

    • Rispetto al Quadro delle Regole (regolamenti comunali e/o ordinanze sindacali) relative agli animali, raggiungono una performance sufficiente, ossia tra 7,56 e 10,05 punti, 39 città, pari al 7,1% del campione; ulteriori 35 città raggiungono una performance buona, ossia tra 10,06 e 12,5 punti, pari al 6,3% del campione, mentre 32 città raggiungono una performance ottima, ossia tra 12,6 e 15 punti, pari al 5,8% del campione, e infine 27 città raggiungono una performance eccellente, ossia tra 15,1 e 27(30) punti, pari al 4,9% del campione.
    • Rispetto alle Risorse impegnate e Risultati ottenuti in alcuni elementi chiave, raggiungono una performance sufficiente, ossia tra 8,4 e 11,14 punti, ben 131 città, pari al 23,7% del campione; ulteriori 144 città raggiungono una performance buona, ossia tra 11,15 e 13,89 punti, pari al 26,1% del campione, e infine 68 città raggiungono una performance ottima, ossia tra 13,9 e 19,4 punti, pari al 12,3% del campione.
    • Rispetto all 'Organizzazione delle strutture e i Servizi offerti al cittadino raggiungono una performance sufficiente, ossia tra 7,56 e 10,05 punti, 171 città, pari al 31% del campione; ulteriori 82 città raggiungono una performance buona, ossia tra 10,06 e 12,5 punti, pari al 14,8% del campione, mentre 36 città raggiungono una performance ottima, ossia tra 12,6 e 15 punti, pari al 6,5% del campione, e infine 24 città raggiungono una performance eccellente, ossia tra 15,1 e 27 punti, pari al 4,3% del campione totale.
    • Rispetto alle attività di Controllo ed alla sua organizzazione ed efficacia, raggiungono una performance sufficiente, ossia tra 7,1 e 9,3 punti, 82 città, pari al 14,8% del campione; ulteriori 84 città raggiungono una performance buona, ossia tra 9,4 e 11,59 punti, pari allo 15,2% del campione, mentre 63 città raggiungono una performance ottima, ossia tra 11,6 e 16,15 punti, pari all '11,4% del campione, e tre città, Castel di Casio (BO) (3.305), Cervia (RA) (28.983) e Modena (184.153), arrivano ad una performance eccellente, ossia tra 16,15 e 25 punti.

    Il XII rapporto nazionale: Aziende sanitarie, dati per macroaree

    La lettura dei risultati raggiunti nel 2022 nelle singole macroaree fa emergere ulteriori elementi utili in riferimento alle Aziende sanitarie che, in ciascuna macro area, ha raggiunto una performance sufficiente.

    Aziende sanitarie:

    • Rispetto alle Risorse impegnate ed ai Risultati ottenuti in alcuni elementi chiave, raggiungono una performance sufficiente, ossia tra 10,07 e 13,37 punti, 9 aziende sanitarie, pari al 21% del campione; ulteriori 5 aziende sanitarie raggiungono una performance buona, ossia tra 13,38 e 16,67 punti, pari al 13,2% del campione, mentre tre aziende sanitarie, pari al 7,9% del campione, raggiungono una performance ottima, ossia tra 16,68 e 23,29 punti, e nessuna azienda arriva ad una performance eccellente, ossia tra 23,3 e 36 punti.
    • Rispetto all 'Organizzazione delle strutture e i Servizi offerti al cittadino, raggiungono una performance sufficiente, ossia tra 9 e 11,9 punti, 6 aziende sanitarie, pari al 15,8% del campione; ulteriori 6 aziende sanitarie raggiungono una performance buona, ossia tra 12 e 14,9 punti, pari al 15,8% del campione, mentre 19 aziende sanitarie raggiungono una performance ottima, ossia tra 15 e 20,07 punti, pari al 50% del campione, e infine sei aziende sanitarie arrivano ad una performance eccellente, ossia tra 20,08 e 32 punti, pari al 15,8% del campione.
    • Rispetto alle attività di Controllo ed alla sua organizzazione ed efficacia, raggiungono una performance sufficiente, ossia tra 11,2 e 14,9 punti, 6 aziende sanitarie, pari al 15,8% del campione; ulteriori 17 aziende sanitarie raggiungono una performance buona, ossia tra 15 e 18,5 punti, pari al 44,7% del campione, mentre 12 aziende sanitarie raggiungono una performance ottima, ossia tra 18,6 e 25,9 punti, pari al 31,6% del campione, e infine nessuna azienda sanitaria arriva ad una performance eccellente, ossia tra 26 e 40 punti.

    Il XII rapporto nazionale: Costi sostenuti dalle P. A.

    Partiamo dai costi sostenuti, sulla base di quanto dichiarato da Amministrazioni comunali e Aziende sanitarie, per i servizi ai cittadini e gli amici a quattro zampe nel corso del 2022.

    Amministrazioni comunali: la spesa pubblica dichiarata da 452 sulle 552 Amministrazioni comunali che hanno risposto in modo completo al questionario, corrispondenti a 12.004.062 cittadini, ammonta a 36.971.714,00 euro/anno nel 2022, con un costo medio di 3,1 euro/cittadino. Quindi la spesa stimata per tutte le 7.904 Amministrazioni comunali italiane (popolazione 58.850.717) equivale a 181.256.301,2 euro/anno 2022.

    I cinque Comuni che dichiarano di spendere di più sono, in ordine decrescente, Pietracamela (TE) 92,20 euro/cittadino, Enna 42,97 euro/cittadino, Borore (NU) 38,75 euro/cittadino, Fano Adriano (TE) 38,15 euro/cittadino, Pozzallo (RG) 33,26 euro/cittadino.

    I cinque Comuni che dichiarano di spendere meno sono, in ordine crescente, Inveruno (MI) 0,02 euro/cittadino, Agordo (BL) 0,03 euro/cittadino, Badia (BZ) 0,06 euro/cittadino, Cene (BG) e Sondalo (SO) 0,07 euro/cittadino.

    Aziende sanitarie: la spesa dichiarata da 24 sulle 38 Aziende sanitarie che hanno risposto al questionario, corrispondenti a 18.340.602 cittadini, fornendo solo alcuni dei costi del settore sostenuti nel 2022, è per una somma di 15.028.287,34 euro/anno, con un costo medio di 0,82 euro/cittadino. Pertanto, basandosi su questo valore, la spesa di settore stimata, per il 2022, per tutte le 112 Aziende sanitarie italiane (popolazione 58.850.717) è di 48.222.271,28 euro/anno.

    La spesa pubblica italiana del settore, nel 2022, che grava prevalentemente sulla "gestione" della popolazione canina nei contesti urbani, sostenuta da Amministrazioni comunali e Regioni tramite i Servizi veterinari delle Aziende sanitarie, al netto dei contenziosi (ad es.: incidenti stradali e/o danni all 'allevamento causati da cani vaganti) e dei fondi statali, è stimabile in 229.478.572,5 euro, pari a circa 6 volte la somma impegnata per la gestione di tutti i 24 Parchi nazionali (39.683.692,00 euro), oppure a 30 volte la somma impegnata per la gestione di tutte le 27 Aree marine protette (7.507.522,00 euro), oppure 76 volte la somma impegnata per la gestione di tutti gli animali confiscati in Italia (3.000.000,00 euro) oppure 153 volte la somma impegnata in Italia per cura e recupero di tutti gli animali selvatici feriti (1.500.000,00 euro), riparto anno 2022.

    Il XII rapporto nazionale: Gestione canili

    La gran parte degli attuali costi è assorbita nella gestione dei cani presso i canili rifugio, strutture indispensabili nel modello attuale, ma oggettivamente fallimentari rispetto ad obiettivi credibili tanto di benessere animale che di contenimento dei costi a carico delle pubbliche amministrazioni. Condiviso da tutti gli attori, pubblici e privati, che sono e saranno sempre essenziali canili e gattili sanitari in numero adeguato e distribuiti in modo strettamente correlato alla popolazione umana, è possibile ripensare un modello che possa prevenire sino a giungere alla quasi "scomparsa" dei canili rifugio? I numeri ed i costi di oggi dicono che l 'impegno e la determinazione di cittadini e pubblica amministrazione per ottenerlo è improcrastinabile.

    Amministrazioni comunali - I Comuni dichiarano di spendere il 57,34% del bilancio destinato al settore per la gestione dei canili rifugio, ossia circa 103.933.589,70 di euro della spesa stimata per il 2022 sono stati destinati ai soli canili rifugio. L '85,9% del totale delle Amministrazioni comunali che ha risposto ha fornito informazioni sulla gestione dei canili e lo fa adottando anche con più soluzioni, in particolare nel 3,6% dei casi lo fa in proprio, nel 9,5% dei casi grazie a Consorzi tra Comuni, nel 9,7% dei casi avvalendosi dell 'Azienda sanitaria, appoggiandosi a strutture private nel 20,9% dei casi, tramite ditte o cooperative con appalto pubblico nel 24,05% dei casi o rivolgendosi ad Associazioni in convenzione nel 40,3% dei casi. Il 14,1% delle amministrazioni non ha dato questa informazione.

    Aziende sanitarie - Nel caso delle Aziende sanitarie, per le quali è poco solido fare la stima dei costi sostenuti per la cosiddetta gestione "non sanitaria" dei canili sanitari, avendo fornito questa informazione solo 10 Aziende sanitarie su 38, emerge che questa viene effettuata, con modalità integrate, in proprio nel 47,4% dei casi, tramite ditte o cooperative con appalto pubblico nel 52,6% dei casi e tramite Associazioni in convenzione o con bando nel 78,9% dei casi.

    Il XII rapporto nazionale: Strutture dedicate agli animali d'affezione

    Le Amministrazioni comunali unitamente alle Aziende sanitarie sono tenute ai controlli e al rilascio delle diverse autorizzazioni alle strutture e ai luoghi dedicati ai servizi agli animali d 'affezione (e ai loro detentori/proprietari). Per intendersi, parliamo di canili, colonie feline, oasi feline, aree urbane per cani, pensioni per cani e gatti, campi di educazione e addestramento cani, allevamenti, ecc.. Vediamo cosa emerge dai dati rispetto a chi dichiara di sapere quante e dove siano nel territorio di competenza e fa i necessari controlli (che svolge primariamente un 'essenziale funzione preventiva).

    Amministrazioni comunali - Emerge che meno della metà dei Comuni italiani dichiara di sapere quante siano, ossia il 43,8% per l 'esattezza e, dai dati forniti, risulterebbero presenti almeno: 137 canili sanitari, 63 gattili sanitari, 162 canili rifugio, 55 oasi feline, 16.293 colonie feline, 1.071 aree urbane per cani, 133 pensioni per cani, 124 allevamenti di cani, 201 campi di educazione e addestramento cani.

    Aziende sanitarie - Dai dati ricevuti emerge che il 92.1% delle aziende sanitarie dichiara di conoscerne in numeri e, nel territorio di loro competenza, risulterebbero complessivamente presenti: 151 canili sanitari su cui avrebbero effettuato 3.790 controlli nel 2022, 76 gattili sanitari su cui avrebbero effettuato 1.940 controlli, 223 canili rifugio su cui avrebbero effettuato 1.263 controlli, 45 oasi feline su cui avrebbero effettuato 70 controlli, 44.025 colonie feline su cui avrebbero effettuato 6.271 controlli, 1.366 aree urbane per cani su cui avrebbero effettuato 77 controlli, 574 pensioni per cani su cui avrebbero effettuato 253 controlli, 669 allevamenti di cani su cui avrebbero effettuato 298 controlli, 405 campi di educazione e addestramento cani su cui avrebbero effettuato 82 controlli e 332 altre tipologie di strutture su cui avrebbero effettuato 116 controlli.

    Il XII rapporto nazionale: Colonie feline

    La corretta gestione delle colonie feline è uno degli elementi che facilita il buon rapporto con gli animali in città o che, al contrario, può ingenerare frequenti conflitti (per le cucciolate "in strada" in caso di mancata sterilizzazione, per questioni igienico-sanitarie legate alla presenza di cibo, con cani vaganti, ecc.). Va ricordato che il 100% dei contesti urbani ha gatti liberi più o meno "autorganizzati" in colonie: cosa sanno e cosa fanno Amministrazioni comunali e Aziende sanitarie al riguardo?

    Amministrazioni comunali - Solo il 40,03% dei Comuni dichiara di monitorare le colonie feline presenti nel proprio territorio e da questi monitoraggi risulterebbero ben 12.120 colonie, con oltre 100.131 gatti e 9.412 cittadini impegnati (comunemente noti con l 'appellativo di gattare/i). In numeri assoluti, in ordine decrescente, dichiarano: Milano 1.407 colonie per 20.000 gatti e 1.407 gattare/i (1 gattaro ogni 14,2 gatti), Prato 489 colonie per 1.950 gatti e 371 gattare/i (1 gattaro ogni 5,3 gatti), Bari 450 colonie per 3.735 gatti e 356 gattare/i (1 gattaro ogni 10,5 gatti), Reggio nell 'Emilia 428 colonie per 3.900 gatti e 300 gattare/i (1 gattaro ogni 13 gatti) e Modena 414 colonie per 2.139 gatti e 414 gattare/i (1 gattaro ogni 5,2 gatti). Invece, considerando i numeri relativi al numero dei cittadini residenti le Amministrazioni comunali che risultano più amanti dei gatti presenti nelle colonie feline sono: Pietracamela (TE) con 1 gatto ogni 5,5 cittadini, Bard (AO) con 1 gatto ogni 9 cittadini, Zocca (MO) con 1 gatto ogni 9,5 cittadini, Borgo Val di Taro (PR) con 1 gatto ogni 9,8 cittadini e Lizzano in Belvedere (BO) con 1 gatto ogni 12,5 cittadini.

    Aziende sanitarie - Ben l '89,5% delle Aziende sanitarie dichiara di monitorare le colonie feline presenti nel proprio territorio e da questi monitoraggi risulterebbero 17.928 colonie seguite, mentre, nelle stesse Aziende sanitarie, risultano registrate ben 47.484 colonie per 446.802 gatti e 29.273 cittadini incaricati (gattari/e). In numeri assoluti, in ordine decrescente, dichiarano: USLL 6 Euganea con 3.600 colonie per 29.000 gatti e 3.000 gattare/i, ATS dell 'Insubria con 3.181 colonie per 19.021 gatti e 400 gattare/i, ASL Latina con 3.029 colonie per 33.364 gatti e 2.900 gattare/i, Area Vasta 1 con 2.952 colonie per 22.000 gatti e 2.000 gattare/i. Invece, confrontando i numeri relativi ai cittadini residenti le Aziende sanitarie che risultano più amanti dei gatti presenti in colonie sono: AUSL Toscana Centro con 1 gatto ogni 13,5 cittadini, Area Vasta 1 con 1 gatto ogni 15,9 cittadini, ASL Latina con 1 gatto ogni 17 cittadini, Area Vasta 3 con 1 gatto ogni 24,8 cittadini e ATS della Montagna (SO) con 1 gatto ogni 25,5 cittadini.

    Il XII rapporto nazionale: Anagrafe canina

    L 'anagrafe canina, ancor oggi unica anagrafe animale obbligatoria per gli animali in città, è di competenza delle Aziende sanitarie, eccezion fatta per le regioni Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia dove i Comuni hanno, per legge regionale, obbligo di curare il mantenimento dell 'anagrafe canina. è evidente che non siano differenti attitudini verso i cani dei cittadini nelle diverse regioni italiane a produrre la maggiore o minore presenza di animali iscritti in anagrafe canina quanto, soprattutto, un più completo lavoro di anagrafe canina a far emergere una proporzione diversa nei differenti territori. La conoscenza, sempre attualizzata, di numeri e distribuzione di cani nel territorio di competenza è una delle precondizioni essenziali sia per le Amministrazioni comunali che per le Aziende sanitarie per pianificare e programmare al meglio la pluralità di risposte e servizi necessari ai cittadini e ai loro amici. Compresi gli ovvi controlli per il rispetto di norme, regolamenti e ordinanze.

    Amministrazioni comunali - Dall 'indagine è emerso che solo 231 Comuni (il 41,8%) dichiarano di conoscere il numero complessivo dei cani iscritti in anagrafe canina presenti nel proprio territorio, pari a 1.176.322 cani, e 217 Comuni (il 39,3%) di conoscere il numero delle nuove iscrizioni avvenute nell 'anno 2022, pari a 70.128 cani. I dati di dettaglio, non dimenticando che quasi il 60% dei Comuni non ha saputo fornire alcun dato, mostrano le differenze e il livello, talvolta infimo, di anagrafe canina ancor oggi attuata.

    In negativo: Vimercate (MB) con 1 cane ogni 12.938 residenti, Cammarata (AG) con 1 cane ogni 2.948 residenti, Isola d 'Asti (AT) con 1 cane ogni 1.939 residenti, Cogorno (GE) con 1 cane ogni 1.891 residenti, Mondovì (CN) con 1 cane ogni 1.695 residenti, Azzano Decimo (PN) con 1 cane ogni 1.568 residenti, Leivi (GE) con 1 cane ogni 1.213 residenti. Tra i comuni capoluogo, Isernia con 1 cane ogni 212 residenti e Nuoro con 1 cane ogni 151 residenti.

    In positivo: Berceto (RE), Cervia (RA) e Laconi (OR) con 1 cane per ogni 1,3 residenti, Castelnovo del Friuli (PN) con un 1 cane per ogni 1,5 residenti, Masi Torello (FE) con 1 cane ogni 1,6 residenti, Predappio (FC) e Castel di Casio (BO) con 1 cane ogni 1,8 residenti, Novi di Modena (MO) con 1 cane ogni 1,9 residenti, Vernasca (PC) con 1 cane ogni 2 residenti. La prima tra le città capoluogo è Modena con 1 cane ogni 2,5 residenti.

    Aziende sanitarie - Si conferma che il 100% delle Aziende sanitarie conosce il numero complessivo dei cani iscritti in anagrafe canina nel proprio territorio, pari 4.144.723 cani, e il 97,4% di conoscere il numero delle nuove iscrizioni avvenute nell 'anno 2022, pari a 273.236 cani. In media, rispetto alle Aziende sanitarie che hanno fornito il dato, risulta 1 cane ogni 6 cittadini residenti. I dati di dettaglio mostrano però le differenze e il livello, inadeguato, di anagrafe canina ancor oggi attuata.

    In negativo: ASL Frosinone con 1 cane ogni 15,6 cittadini, ASL Barletta Andria Trani con 1 cane ogni 13,4 cittadini, APSS Bolzano con 1 cane ogni 13,1 cittadini, AUSL Toscana Centro con 1 cane ogni 12,2 cittadini, ASL Roma 3 con 1 cane ogni 11,5 cittadini.

    In positivo: AUSL Modena con 1 cane ogni 2,3 cittadini, AUSL Toscana Sud Est con 1 cane ogni 3,7 cittadini, Area Vasta 3 con 1 cane ogni 3,9 cittadini, AUSL Umbria 1 e ASL di Asti con 1 cane ogni 4 cittadini.

    Il XII rapporto nazionale: Cani vaganti

    I cani vaganti, siano essi padronali o randagi, coincidono con il principale elemento di conflittualità e sofferenza nell 'ambito degli animali d 'affezione ed il più significativo costo economico a carico della collettività. Ogni qual volta viene "preso in carico" un cane vagante quale risultato raggiungono i diversi territori italiani tra restituzioni ai proprietari, adozioni e/o reimmissioni come cani liberi controllati? Ossia, quanti ne rimangono a soffrire e a carico della collettività nei canili rifugio?

    Amministrazioni comunali - In media, nei Comuni, nel 2022 ogni 10 cani catturati 7,3 hanno trovato felice soluzione tra restituiti ai proprietari, dati in adozione e/o reimmessi come cani liberi controllati, con un rapporto di 1:1,3. Anche in questo caso i dati di dettaglio dichiarati mostrano situazioni molto differenti.

    In negativo: Termini Imerese (PA) su 14,7 cani presi in carico solo 1 ha trovato soluzione, Piegaro (PG) su 9 cani presi in carico solo 1 ha trovato soluzione, Borore (NU) su 8,5 cani presi in carico solo 1 ha trovato soluzione, Siderno (RC) su 7,5 cani presi in carico solo 1 ha trovato soluzione, Udine su 6,7 cani presi in carico solo 1 ha trovato soluzione.

    In positivo: Bagnolo San Vito (MN), Cesena (FC) e Canosa di Puglia (BAT) su 1 cane preso in carico hanno trovato soluzione a 5 cani, così come a Mondovì (CN), Ameglia (SP) e a Priverno (LT) su 1 cane preso in carico hanno trovato soluzione a 3 cani, a Ventimiglia (SP) dove su 1 cane preso in carico hanno trovato soluzione a più di 2 cani, Campagnatico (GR), Roccamandolfi (IS) e Force (AP) dove su 1 cane preso in carico hanno trovato soluzione a 2 cani.

    Aziende sanitarie - In media, nelle Aziende sanitarie, nel 2022 ad ogni cane preso in carico è stata trovata felice soluzione, tra restituiti ai proprietari, dati in adozione e/o reimmessi come cani liberi controllati, con un rapporto di 1:1. Anche in questo caso i dati di dettaglio dichiarati mostrano però situazioni molto differenti.

    In negativo: ASL Frosinone dove su 5 cani presi in carico un 1 cane ha trovato positiva soluzione, ASL Cuneo2 e ASP Crotone su 2 cani presi in carico 1 cane ha trovato soluzione, ASL Asti e ASP Catania su 1,9 cani presi in carico 1 cane ha trovato soluzione, ATS della Montagna su 1,7 cani presi in carico 1 cane ha trovato soluzione.

    In positivo: ASL Avellino dove per 1 cane preso in carico hanno trovato soluzione a 6 cani, ASL Barletta Andria Trani dove per 1 cane preso in carico hanno trovato soluzione a più di 3 cani, ASL Roma 3 dove per 1 cane preso in carico hanno trovato soluzione a 2 cani.

    Il XII rapporto nazionale: Cani liberi controllati

    L 'altro indicatore di una gestione pubblica meno onerosa, più partecipata (come avviene con i cittadini che partecipano alla cura delle colonie feline) e con un maggior grado di libertà per gli animali non padronali è la presenza dei cosiddetti cani di quartiere o liberi controllati. Indispensabile però una costruttiva condivisione di responsabilità e oneri tra Amministrazione comunale, Azienda sanitaria e cittadini incaricati al fine di una piena e positiva accettazione sociale, mentre scarsissime sono le possibilità di successo in assenza di un equilibrio tra il numero dei cani, il numero dei cittadini incaricati e la collocazione delle presenze in aree idonee, anche in termini di accettazione sociale, ad accogliere i cani.

    Amministrazioni comunali - Tali esperienze sono presenti in 1 Comune su 10 (nel 10,3% dei casi) e benché vi siano similitudini con l 'approccio di gestione delle colonie feline questo è un indicatore che pare manifestare un cambiamento nella correlazione con la collocazione geografica delle Amministrazioni comunali. In generale, i Comuni che hanno dichiarato di avere cani liberi controllati sono nel 68,4% dei casi al Sud e Isole (Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia), nel 12,3% al Centro (Abruzzo, Lazio, Umbria, Toscana) e nel 19,3% dei casi al Nord Italia (Valle d 'Aosta, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Liguria). Sono stati dichiarati complessivamente 1.319 cani liberi controllati, con 214 cittadini specificamente impegnati. Al primo posto Rimini con 300 cani, Mazara del Vallo (TP) con 267 cani, Sciacca (AG) con 100 cani, Campobello di Mazara (TP) con 86 cani, Ginosa (TA) con 70 cani, Sassari con 50 cani, Barcellona Pozzo di Gotto (ME) con 40 cani.

    Aziende sanitarie - Anche le Aziende sanitarie confermano che tali esperienze sono presenti in meno di un 1 territorio su 6 (nel 15,8% dei casi), 6 aziende dichiarano di conoscere i numeri dei cani reimmessi, pari a 1.408, e 5 aziende (il 13,2%) il numero dei cittadini incaricati, pari a 373.

    Il XII rapporto nazionale: Controlli

    Anche la regola migliore necessita di un adeguato e regolare controllo senza il quale dopo pochissimo tempo se ne vanifica praticamente del tutto l 'efficacia, minando alla base la crescita civile di una comunità. Rispetto, ad esempio, alla mancata ottemperanza dell 'anagrafe canina (sanzione dai 77,47 ai 232,41 euro) o alla raccolta degli escrementi canini (sanzione dai 50,00 ai 300,00 euro) i dati dichiarati per la registrazione in anagrafe da molti territori dà il polso della frequenza con cui si può imbattere in tale infrazione chi esercita i controlli, mentre nel secondo caso, prendendo ad esempio due grandi città, come Napoli e Roma, è esperienza diffusa tra i pedoni la frequenza e regolarità con cui incontrano la presenza di escrementi di cane sulla propria strada. Infine, sempre a proposito di sanzioni, in casi di maltrattamento di animali, le sanzioni penali vanno dai 5.000,00 fino ai 30.000,00 euro.

    Amministrazioni comunali - Praticamente meno di 1 Comune su 2 (il 42,9%) ha effettuato specifici controlli e il 53,6% dichiara di aver dotato il proprio personale di lettore microchip (semplice ma indispensabile strumento per leggere la "targa" del cane, il microchip). Andando a vedere quanti sono i lettori di microchip che i Comuni dichiarano di aver dato in uso al personale ne risultano 491, ossia in media 1,7 per ciascuna delle 296 Amministrazioni comunali che li hanno dichiarati. Interessante è il numero dei controlli effettuati nel 2022, ben 11.386 in totale e l 'importo delle somme recuperate attraverso le specifiche sanzioni amministrative emesse (2.054) ammontano, nel 2022, a 193.912,88 euro. Di queste somme ben il 44,7%, ossia 86.675,40 euro, sono state frutto di sanzioni elevate in sole cinque città: Massa, Lucca, Fidenza (PR), Massarosa (LU) e Sassari.

    Aziende sanitarie - Quasi tutte le Aziende sanitarie dichiarano di intervenire per il rispetto delle regole e il contrasto del maltrattamento degli animali (97,4%) e tutte dichiarano di aver fornito di lettori microchip il proprio personale (100%), per un numero complessivo di 887 lettori, ossia in media 23,3 lettori per le 38 aziende sanitarie che li hanno dichiarati. Ma i numeri dichiarati relativi alle sanzioni dicono altro: in totale 9.069 controlli effettuati nel 2022 e la somma di 343.268,66 euro di sanzioni, di cui ben il 63,6%, ossia 218.248,68 euro, frutto di sanzioni elevate in sole cinque aziende: Area Vasta 3, ATS dell 'Insubria, ASP Catania, ATS Val Padana e ATS Bergamo.

    Il XII rapporto nazionale: Animali selvatici in difficoltà

    Una situazione sempre più frequente riguarda il ritrovamento da parte dei cittadini di animali selvatici in difficoltà, feriti o debilitati o abbandonati, ad esempio dal rondone caduto dal nido, alla testuggine o all 'iguana abbandonate da qualche scriteriato, ma il cittadino che chiama l 'Ufficio comunale e/o l 'Azienda sanitaria competente avrà indicazioni sul da fare e/o vi sarà il loro intervento?

    Amministrazioni comunali In poco meno di 1 Comune su 2 (il 49,1% dei casi) riceveremo informazioni su a chi rivolgersi e, nello specifico, le risposte, spesso plurime, rinvieranno nel 49,1% dei casi ai Servizi veterinari delle Aziende sanitarie, nel 40,2% alla Polizia municipale, nel 35,9% al Carabinieri Forestali o ai Corpi forestali regionali, nel 33,1% alle Associazioni di protezione degli animali, nel 18,5% alla Polizia Provinciale/Metropolitana, nel 6,9% ad una ditta privata e nel 5,6% dei casi ai Vigili del Fuoco. I contatti per chiamare un Centro per il recupero degli animali selvatici li fornisce 1 Amministrazione comunale su 5 (nel 21,2% dei casi), sapendo dare risposta nel 21% dei casi di ritrovamento di un uccello ferito, nel 12,1% dei casi di ritrovamento di un mammifero ferito, nel 4,3% dei casi di ritrovamento di una tartaruga marina o di un delfino, nel 3,3% dei casi di ritrovamento di animale esotico ferito.

    Aziende sanitarie Nel caso delle Aziende sanitarie più della metà da risposta (il 63,1% dei casi), dichiarando di intervenire con proprio personale e, chi lo fa, ha registrato interventi diretti su 3.506 animali selvatici nel corso del 2022 (a fronte di 4.963 richieste di intervento ricevute). Le Aziende sanitarie rinviano nel 68,4% alla Polizia provinciale/metropolitana, nel 65,8% dei casi ai Carabinieri Forestali o ai Corpi forestali regionali, nel 57,9% alle Associazioni di protezione degli animali, nel 50% alla Polizia municipale, nel 44,7% ai Vigili del Fuoco e nel 23,7% ad una ditta privata. Dichiara di gestire direttamente o di avere contatto con un Centro per il recupero degli animali selvatici più di 1 Azienda sanitaria su 2 (il 55,3%), sapendo dare i riferimenti nel 55% dei casi di ritrovamento di un uccello, nel 47,4% dei casi di un mammifero ferito, nel 18,4% di un animale esotico e nel 10,5% dei casi di ritrovamento di un animale marino. Solo il 13,1% delle Aziende sanitarie dichiara di conoscere i dati sanitari degli animali ricoverati presso i Centri di recupero, risultando loro il ricovero in tali centri di ben 11.500 animali selvatici nel corso del 2022.

    Il XII rapporto nazionale: Biodiversità urbana

    Ancora inferiore risulta il livello di conoscenza della biodiversità animale che abita sempre più spesso i territori urbanizzati, importante tanto quanto valore naturale da promuovere che come nuove esigenze, anche sanitarie (vedi trichinellosi, aviaria, peste suina africana, ecc.), con cui correttamente convivere. Questa conoscenza è inoltre la necessaria premessa per le migliori azioni di prevenzione al fine di ridurre conflitti e danni, anche in termini di zoonosi, che sono di gran lunga molto più costosi e dolorosi se non prevenuti. Ad esempio, salverebbe molte vite umane conoscere dove è più opportuno, perché maggiormente utilizzato negli spostamenti degli animali selvatici, realizzare un sovra o sottopasso stradale al fine di evitare o ridurre drasticamente il rischio di incidenti automobilistici con animali selvatici e/o vaganti.

    Amministrazioni comunali - In generale solo il 9,5% dei Comuni ha una mappatura delle specie animali presenti, avendo svolto o acquisito, nel proprio territorio, studi nel 9,4% dei casi su avifauna, nel 6% dei casi su mammalofauna, nel 4,5% dei casi su entomofauna, nel 3,4% dei casi su erpetofauna, nel 3,3% dei casi su ittiofauna e nel 2,7% dei casi su fauna alloctona o esotica. Poco più di 1 Comune su 6 mette in atto azioni di prevenzione, nel 14,8% dei casi facendo interventi con metodi ecologici, approvando misure nei regolamenti edilizi nel 7,1% dei casi o realizzando infrastrutture ad hoc per evitare incidenti stradali nel 5,8% dei casi.

    Aziende sanitarie - In generale quasi 3 Aziende sanitarie su 4 monitora per gli aspetti sanitari le specie animali sinantrope (il 74% dei casi), e quando avviene riguarda nel 71% dei casi l 'avifauna stanziale e nel 60,5% dei casi l 'avifauna migratrice, nel 57,8% l 'entomofauna, nel 50% la mammalofauna, nel 23,7% l 'ittiofauna, nel 18,4% dei casi specie alloctone o esotiche e nel 5,3% l 'erpetofauna. Le Aziende sanitarie vengono coinvolte dalle Amministrazioni comunali nella stesura di interventi per prevenire problematiche con le specie sinantrope nel 40% dei casi e, quando ciò avviene, riguarda nel 36,8% dei casi per la prevenzione di zoonosi, l 'attuazione di metodi ecologici nel 31,6% dei casi e nel 19% dei casi per l 'approvazione di misure specifiche nei regolamenti edilizi.

    Il XII rapporto nazionale: Aree cani

    Chi possiede cani e abita in città, medie o grandi, quante opportunità ha di trovare spazi aperti dedicati, curati, facilmente raggiungibili, dove poter trascorrere in sicurezza e tranquillità le quotidiane e ripetute uscite con il proprio amico a quattro zampe?

    Amministrazioni comunali - Il 36,95% dei Comuni ha dichiarato di avere spazi aperti dedicati agli animali d 'affezione, complessivamente 1.071 aree dedicate ai cani, in media circa uno spazio dedicato ogni 7.657 cittadini residenti. Anche in questo caso i dati di dettaglio mostrano una realtà assai differenziata.

    In negativo: Messina dove risulta 1 area cani ogni 218.786 cittadini, Grosseto con una ogni 81.321 cittadini, Mazara del Vallo (TP) una per 50.039 cittadini, Rovigo una per 49.985 cittadini e Monopoli (BA) una per 47.996 cittadini.

    In positivo: Grignasco (NO) dove è stata realizzata 1 area cani ogni 105 residenti, così a La Thuile (AO) con 1 area cani ogni 790 cittadini, Terzo (AL) che per offrire 1 area cani ogni 822 cittadini. Tra i capoluoghi di provincia, Savona che avendone realizzate 18 offre un 'area cani ogni 3.233 cittadini.

    Il XII rapporto nazionale: Regolamenti e Ordinanze

    Le regole sono importanti per la corretta e serena convivenza e, considerato l 'importante numero di animali d 'affezione che oggi abita e vive in città, le conseguenti nuove e numerose esigenze dei cittadini che con essi si muovono, l 'avvicinarsi in cerca di cibo e rifugio degli animali selvatici alle periferie di molte città, è necessario che le Amministrazioni comunali le regolamentino al meglio. Ma avviene?

    Amministrazioni comunali - Nel 2022 solo il 49,3% dei Comuni dichiara di avere un regolamento per la corretta detenzione degli animali in città, mentre in relazione all 'accesso ai locali pubblici e negli uffici in compagnia dei propri amici a quattro zampe è regolamentato in poco più di 1 Comune su 4 (nel 26,3% dei casi). I Comuni costieri che hanno regolamentato l 'accesso alle spiagge sono il 31,9%, mentre pochi restano i Comuni che hanno adottato un regolamento per facilitare cremazione, inumazione e tumulazione ossia il dopo fine vita dei milioni di nostri amici a quattro zampe, solo il 13,8% lo ha fatto. Il 21,9% dei Comuni ha regolamentato arrivo e sosta di spettacoli con animali, mentre poche sono le amministrazioni che dichiarano di aver regolamentato botti e fuchi di artificio, il 7,6%. Un problema che si sta prepotentemente e sempre più affacciando dalla campagna in città e nei territori periurbani è l 'utilizzo illegale di esche o bocconi avvelenati, contro cui anche un apposito regolamento che affronti le particolari situazioni locali può essere un importante elemento deterrente, ma poco più di 1 Comune su 5 lo ha adottato (il 22,5% dei casi). Poche sono le Amministrazioni comunali che hanno approvato regolamenti per facilitare con agevolazioni fiscali o sostegni le adozioni dai canili, solo il 7,4% lo ha fatto. Ancor meno sono quei Comuni che, al fine di controllare l 'andamento demografico della popolazione canina e felina, hanno adottato un regolamento (solo il 6%) per facilitare, con agevolazioni fiscali o sostegni economici la sterilizzazione, o contrastare, con oneri fiscali, chi detiene riproduttori e cucciolate, mettendo un freno all 'attuale, incontrollata, popolazione riproduttiva canina e felina. In tabella sono riportate, riepilogativamente, le percentuali delle Amministrazioni comunali che hanno dichiarato di essere dotate di regolamenti e/o di ordinanze sindacali per i principali aspetti relativi alla migliore gestione degli animali d 'affezione.

    Tematica % Regolamento % Ordinanza
    Corretta detenzione 49,3 14,1
    *Accesso in spiaggia 31,9 27,5
    Accesso uffici e locali pubblici 26,3 1,6
    Esche avvelenate 22,5 0,9
    Spettacoli con animali e circhi 21,9 0,5
    Cremazione e sepoltura 13,8 0,0
    Botti e fuochi d'artificio 7,6 8,3
    Agevolazioni adozione 7,4 0,0
    Agevolazioni sterilizzazione 6,0 0,4

    Tabella 9, Amministrazioni comunali “Regole”, Fonte Legambiente, XII rapporto nazionale Animali in Città. *Solo Comuni costieri

    Il XII rapporto nazionale: Controllo demografico canino e felino

    Le popolazioni di cani e gatti sono state lasciate crescere in Italia, nel corso degli ultimi 40 anni, senza alcuna pianificazione e programmazione e, a seconda delle diverse stime esistenti, risultano triplicate o quadruplicate. Da alcuni milioni di animali siano giunti a decine di milioni di animali presenti nelle case degli italiani. E negli ultimi anni si è affacciato prepotentemente anche il mercato illegale dei cuccioli di razza provenienti da Paesi con minori tutele e garanzie per la salute e il benessere degli animali.

    Ciò è il frutto dell 'assenza di una politica attiva di prevenzione tramite un 'efficace anagrafe e un altrettanto efficace controllo preventivo delle nascite, che si sia posta obiettivi coerenti con la popolazione umana di riferimento, l 'aspettativa media di vita, in ambito familiare, delle specie animali che entrano quali nuovi componenti dei nuclei familiari, le loro esigenze etologiche e le oggettive, molteplici, condizioni urbanistiche presenti in Italia. Ci si è limitati ad osservare passivamente l 'evoluzione del fenomeno nelle modalità e condizioni indipendenti con cui andava via via manifestandosi.

    Diversi segnali e dati indicano che nella medesima direzione si stiano oggi avviando anche ulteriori specie animali (roditori, rettili, uccelli, invertebrati), purtroppo non soltanto domestiche bensì spesso selvatiche, alle quali stiamo assegnando, indipendentemente dalle loro esigenze etologiche e spaziali, la funzione di animali da compagnia. Anche in questi casi si presenta l 'assenza di una strategia pubblica preventiva che disegni scenari credibili per i prossimi decenni e assuma scelte che riducano le sofferenze animali e le ricadute negative su aspetti sanitari, sociali ed economici.

    Urge una strategia complessiva che, d 'intesa tra Amministrazioni pubbliche e soggetti privati, metta a frutto le professionalità presenti, recuperi il ritardo accumulato con cani e gatti e affronti preventivamente (ormai, di fatto, in corso d 'opera) anche per le altre specie "da compagnia" il tema dell 'anagrafe unica e delle agevolazioni e dei criteri per il controllo demografico di tali popolazioni animali.

    Non va assolutamente dimenticato o sottovalutato che molte specie animali, quelle selvatiche in particolare, loro malgrado, sono chiamate a vivere in contesti artificiali dove le criticità emergono in pochissimo tempo, producendo enormi sofferenze animali e costi sanitari, sociali ed economici crescenti. Tutto questo mentre la crisi di biodiversità continua ad erodere spazi naturali aumentando esponenzialmente occasioni di contatto tra persone e virus e batteri presenti nelle originarie popolazioni selvatiche.

    Aziende sanitarie - La metà delle Aziende sanitarie, il 50% del campione, dichiara di effettuare azioni di prevenzione del randagismo canino tramite sterilizzazione delle popolazioni, padronali e non padronali, di cani e gatti. I numeri riferiti al 2022 dicono di 4.881 cani e 21.042 gatti, complessivamente sterilizzati. Numeri del tutto insufficienti per una seria politica di controllo demografico, in particolar modo se confrontati con il numero dei cani dichiarati entrati, nel 2022, nei canili sanitari (26.374), meno se confrontati con il numero dei gatti dichiarati entrati, sempre nel 2022, nei gattili sanitari (16.053) o presenti nelle colonie feline (446.802) di cui oltre il 30% dichiarato non sterilizzato (oltre 130.000 gatti).

    Il XII rapporto nazionale: le richieste di LEGAMBIENTE

    Il tema della relazione con gli animali, a partire da quelli d 'affezione o da compagnia, è tanto urgente quanto strettamente correlato al vero benessere umano, e lo è più che mai all 'affacciarsi di quella che, usando le parole della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, è "l 'era delle pandemie", che ha visto e vedrà aumentare il disagio socioeconomico di parte importante della popolazione.

    • Far entrare a pieno regime, entro il 2023, il Sistema Informativo Nazionale degli Animali da Compagnia per fare uscire dalla "clandestinità" presenze e bisogni di moltissime specie animali che coinvolgono oltre la metà della popolazione italiana e tutte le amministrazioni pubbliche
    • Porsi l 'obiettivo nazionale di agevolare la sottoscrizione, entro il 2025, di 1.000 accordi o patti di comunità per costruire reti e alleanze tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati, emulando le esperienze positive già in essere in diversi Comuni per la tutela, la cura e la gestione degli animali d 'affezione e selvatici nei contesti urbani
    • Per rilanciare la sanità di prossimità, consapevoli che con le ultime rilevazioni statistiche del Ministero della Salute il personale Veterinario si attesta a 4.642 unità, di cui il 78,5% uomini e con una età media di 56,9 anni, considerata la pluralità delle fondamentali attività e dei compiti a tutela della salute animale e umana, porsi l 'obiettivo nazionale di arrivare, entro il 2030, con assunzione a tempo indeterminato, a 10.000 veterinari pubblici in servizio
    • Per rafforzare la sanità di prossimità, consapevoli che dai dati delle Amministrazioni regionali risultano presenti meno di 500 tra canili sanitari, gattili sanitari e ospedali veterinari, porsi l 'obiettivo nazionale di giungere ad inaugurare, entro il 2030, 1.000 strutture veterinarie pubbliche, tra canili sanitari e gattili sanitari (uno ogni 50-100 mila cittadini, opportunamente distribuiti territorialmente) e ospedali veterinari (uno ogni 300-400 mila cittadini, opportunamente distribuiti territorialmente)
    • Per accrescere la qualità della vita dei cittadini, potenziare la rete degli spazi verdi urbani tenendo in debito conto l'esigenza quotidiana di fruizione con i cani, porsi l'obiettivo nazionale, entro il 2030, di avere un 'area cani ogni 1.000 cittadini residenti in ciascuna città
    • Per ottimizzare il sistema dei controlli pubblico-privato per il rispetto delle normative di settore, consapevoli che dagli ultimi dati dei Comuni e delle Regioni risultano in servizio, complessivamente, circa 13.000 unità di personale dedicato, sviluppare nuove sinergie usufruendo della vigilanza volontaria con l'obiettivo nazionale, entro il 2030, di formare, aggiornare e coinvolgere attivamente 15.000 guardie ambientali e zoofile volontarie.

    Il XII rapporto nazionale: i dati di sintesi

    Regioni
    ASL
    Comuni
    RISPOSTE PERVENUTE